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“Col cazzo che vaccino mio figlio”, video rubato imbarazza manager Big Pharma

"Col cazzo che vaccino mio figlio", video rubato imbarazza manager Big Pharma - Lercio

Burio (NI) – È subito diventato virale il video di un alto dirigente dell’industria farmaceutica, responsabile del settore economico italiano, che si rifiuta di far vaccinare sua figlia. A far tremare il cartello delle più spietate compagnie farmaceutiche del mondo, che invano hanno cercato di oscurarlo, è il filmato di una lite scoppiata alla Asur locale tra il dirigente e il pediatra che stava visitando la piccola.

Di fronte all fermezza del medico, che faceva notare come la vaccinazione fosse assolutamente necessaria, il manager ha dato in escandescenza urlando: “Er bambino è merce mia e me la lavoro io, non vaccino un cazzo, nano de ‘mmerda che non parla, ‘sta siringa te la spacco” per poi colpire lo stesso medico con un calcio al basso ventre.
La lite andava avanti già da mezz’ora, e in precedenza il dirigente aveva affermato: “Sur trivalente ce piscio sopra, li mortacci tua! Nun me potete obbliga’, io so’ quello che vi permette di avere un lavoro, io produco ‘sta mmerda de vaccino, spingo la carretta almeno apprezzate quello. Avete mai visto uno morto di morbillo raccontare la sua esperienza su Facebook? Te lo dico io: No“.

Big Pharma ha subito cercato di eliminare qualsiasi traccia del video, ma alcuni file scampati nel deep web sono ricomparsi su youtube, diffondendosi in tutto il mondo. Per tamponare lo scandalo le aziende farmaceutiche hanno anche ordinato controlli a tappeto su tutti i dirigenti, per verificare se anche qualcun altro ha omesso la propria progenie alla profilassi e che se dovessero risultare trasgressori rischierebbero seriamente il posto di lavoro.

Si calcola che le multinazionali del farmaco potrebbero subire una perdita di oltre 20 miliardi di euro, ma già si pensa a come recuperarli, riconvertendo gli stabilimenti in fabbriche per medicinali omeopatici e sostituendo medici e ricercatori con fiorai, idraulici e contadini di canna da zucchero.

N.d.A.
Per i prodi che arriveranno alla fine di questo assurdo potpourri di dichiarazioni sappiate che il messaggio che l’autore vuole trasmettere creando questo cortocircuito è che avete rotto i coglioni a parlare di Insinna e di Vaccini, cambiate registro, o comunque se proprio non ce la fate, visto che non esiste una laurea in Insinna, sarebbe auspicabile parlare solo di Insinna.

Vittorio Lattanzi