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Caso Regeni, Renzi promette 80 € all’Egitto se collabora

Caso Regeni, Renzi promette 80 € all’Egitto se collabora - Lercio

È un Renzi senza freni quello che incontriamo alla Sagra del Carciofo di Eboli, dove sta promuovendo la propria immagine in vista dei prossimi ostacoli che si troverà ad affrontare: dalle elezioni amministrative al referendum istituzionale, dal vertice sull’immigrazione a una dieta povera di carboidrati.
Le sue risposte alle nostre domande sono in linea con l’ultima enews in cui, fra insulti, frecciatine e sperticati elogi a sé stesso, annunciava misure durissime contro un Egitto assai poco collaborativo sul caso Regeni.
Il premier ha infatti mostrato un’impressionante volontà di riaffermare la decisione e la fermezza che da sempre caratterizzano la sua azione di governo.

Presidente a che punto sono le indagini sulla morte di Giulio Regeni?
I gufi e i professionisti del piagnisteo continuano a lamentarsi, ma i risultati parlano da soli: ad oggi abbiamo delle certezze sulla sorte del nostro connazionale, e bisogna davvero essere in mala fede per negarlo.

Certezze?
Assolute. Regeni è morto, e sfido qualsiasi professorone a contraddirmi. Sappiamo poi che è stato torturato e assassinato, checché ne dicano gli intellettuali. Che si rottamino, noi si va avanti!

Beh, erano tutte cose ovvie..
Certo, dopo che l’abbiamo detto noi è facile!

Ehm… come vuole, ma ora? Ci sono passi avanti? L’Egitto sta collaborando?
Non del tutto, per il momento. Sa, ci sono gufi anche lì, come si vede dai geroglifici. Qualcuno dice che è un falco sacro, ma a me non la si fa! Comunque sia, abbiamo i mezzi per indurre le autorità egiziane a smetterla di soffiarsi il naso con le nostre rogatorie e ridacchiare di fronte alle nostre richieste di verità e chiarezza.

E cioè?
Il richiamo dell’ambasciatore, tanto per cominciare. Stavamo pensando anche al blocco del turismo, al ritiro delle imprese. Non sul serio, è chiaro, non ci sogneremmo mai di sprecare così tanti soldi solo per la morte di un pinco pallino qualsiasi, pergiunta vagamente comunista, ma basta la minaccia: sono tutte cose in grado di scatenare il terrore.

In chi? Non mi pare che gli egiziani siano impressionati dalle minacce.
Si prendono più mosche col miele che con l’aceto. Abbiamo pensato a risolvere il problema facendo ricorso al nostro stile ormai noto nel mondo.

Non è che la nostra diplomazia abbia brillato negli ultimi secoli..
Ma quale diplomazia! Io penso a un bonus. Ben 80 euro all’Egitto se collaborerà. Mica male, eh?

In effetti nessuno si sarebbe aspettato una proposta simile.
Vedo che non sa replicare. È naturale, nella Prima Repubblica e mica si avevano idee così innovative!

Mi sa che nemmeno Berlusconi.
Ecco, una critica sterile, non argomentata, un blablabla! Ma signori miei, vogliamo ancora farci fermare da questa mentalità? Io non mi fermo, il governo non si ferma, vada in Egitto e se non la rapiscono mi porti la prova che non è stato grazie agli 80 euro!

Ma parla sul serio? 80 euro?
Le pare poco? Beh, mi voglio rovinare, tanto i soldi non sono mica miei: una kidnapping card da 500 euro, ovviamente con obbligo di rendiconto

Una che?
Un incentivo a non rapire italiani, da spendere in eventi dal vivo o nella formazione, con possibilità di sconti per le feste del PD o ingressi all’Expo

Ma l’Expo è finito l’anno scorso.
E ci risiamo! Questo è disfattismo!

Con queste lapidarie parole, il dinamico premier gira sui tacchi e si allontana lesto mimetizzandosi tra i carciofi. Per avere chiarimenti, non ci resta che attenderlo al varco approfittando di altre manifestazioni, come la Festa del Porro, la Sagra del Baccalà o il Festival dell’Uccello Padulo, al quale molti sperano di vederlo partecipare ed immedesimarsi in pieno nel suo popolo.

Rosaria Greco