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PRESIDE MUSULMANO CANCELLA LE FESTIVITA’ NATALIZIE: IL 25 TUTTI A SCUOLA

PRESIDE MUSULMANO CANCELLA LE FESTIVITA’ NATALIZIE: IL 25 TUTTI A SCUOLA - Lercio

CASERTA – Non ci ha dovuto pensare due volte Ernesto Scozzatti, cinquantatreenne musulmano al suo primo anno da preside dell’Istituto Tecnico Commerciale “Daniele Interrante” della provincia campana. Il suo messaggio di “augurio” ai giovani del complesso è stato sommerso da una vagonata di fischi, urli di incitamento all’odio e sediolini divelti che hanno causato ai ragazzi due ore di lezione a porte chiuse e la squalifica della terza fila per tre giornate. Il 25 Dicembre sarà un giorno di normale lezione, come spiega lo stesso Scozzatti: “L’istituto lo gestisco io? E io faccio le regole. I ragazzi hanno fatto le loro tre settimane d’occupazione per protestare, le faccio un elenco, contro la legge Moratti, la legge Bossi Fini, la legge Marzullo (“si faccia una legge, si dia la scappatoia” n.d.r.), contro le leggi anti-costituzionali, contro la Costituzione, ritenuta da molti di loro essere troppo costituzionale, e contro la facoltà di Legge. Insomma, il solito motivo insulso per fare festa prima di Natale, che poi è di nuovo festa e per il primo quadrimestre non si combina una mazza. E quindi io cancello le festività natalizie e tutti a scuola. E chi fa festa è bocciato. Me ne frego delle tradizioni. E pure di quel tizio che è morto per noi. Ma chi gli ha mai chiesto niente!”.
La protesta del sindacato genitori non si è fatta attendere, come si evince dalle parole di Adelmo Ercolini, capo dello stesso: “E’ una vergogna! Natale è il periodo dell’anno in cui i nostri figli devono stare alle nostre tavole a mangiare roba per quattro-cinque ore consecutive con i parenti che non vedevi da Pasqua! E’ una tradizione! E le tradizioni si rispettano. Questi musulmani devono smetterla di venire qui a fare le leggi a casa nostra. Non è ammissibile! Vogliamo la rivoluzione. Vogliamo la tradizione. Vogliamo i presepi con i calciatori del Napoli e Pullecenella con pizza e mandolino. Vogliamo la normalità. Viva l’Italia, viva gli Italiani”, afferma prima di essere trasportato in ospedale in preda ad un attacco di populismo. Gli studenti, dal canto loro, non hanno dato grande peso alla notizia: “Per noi il 25 è un giorno come un altro, posso pure venire a scuola”, ammette Ennio Termiti, giovane frequentatore dell’istituto, “basta che mia nonna mi dà i soldi, poi posso fare tutto ciò che volete. Così evito pure di fare finta di divertirmi con i miei parenti. Una gioia che non vi dico. Senti, ma la pagate quest’intervista?”
Parole dure che non vorremmo mai aver sentito.