Cerca
Close this search box.

18 ore per separare due ragazzi siamesi: “Non si accordavano su chi dovesse tenersi il cazzo”

18 ore per separare due ragazzi siamesi: "Non si accordavano su chi dovesse tenersi il cazzo" - Lercio

TWIN PEAKS (PA) – Lieto fine per l’intervento chirurgico con cui Chong e Ang Sguazzalli, due gemelli siamesi palermitani di 24 anni, sono stati separati dall’équipe medica del professor Ian McEwan, solo omonimo di un omonimo del celebre scrittore inglese.

Chong e Ang erano nati con il ventre unito. I due fratelli avevano in comune l’apparato riproduttivo e il fegato, ma i medici avevano deciso lo stesso di sottoporli a un intervento chirurgico di separazione poiché non condividevano le vie biliari né organi vitali e, a un certo punto, uno dei due era diventato fan di Povia. “Quando sono venuti da noi – ha spiegato McEwan – Chong era sotto psicofarmaci, perché lui amava i Rammstein e Ang lo costringeva a partecipare a tutti i concerti di Povia del mondo. Era arrivato il momento di separarli”.

Eppure i due erano arrivati uniti fino ai 24 anni, superando i dualismi che storicamente hanno spaccato a metà la specie umana nel corso dei secoli: uno preferiva il bagno e l’altro la doccia, a uno piaceva il cioccolato fondente e all’altro quello al latte, uno votava Forza Italia e l’altro era onesto, uno era un campione di Yu-gi-oh e l’altro aveva amici reali, uno era fruttariano e l’altro era ragionevole, uno professava il culto della Chiesa Cattolica Riformata Avventista Occidentale secondo il Rito Scozzese di San Guido da Bassaraba e l’altro quello della Chiesa Cattolica Riformata Avventista Occidentale secondo il Rito Scozzese di San Guido da Bassaraba seguace del Sinodo Eterodosso. Ma su Povia la scissione era stata inevitabile.

Come spiegano gli esperti, si è trattato di un caso particolarmente difficile, che ha richiesto svariate operazioni nel corso del tempo. La prima è avvenuta alla nascita, dato che Chong e Ang era uniti anche nel nome, che era Chongang per entrambi, ed è stata compiuta dall’addetto all’anagrafe con una penna stilografica. “Il trattino alto non aveva risolto completamente il problema e dopo pochi mesi i due si sono ritrovati di nuovo con lo stesso nome. Sono stato costretto a intervenire di nuovo, stavolta seguendo un protocollo americano, lo slash”, ricorda l’uomo.

L’intervento chirurgico finale è stato molto complicato, ed è durato diciotto ore e un quarto. “In realtà siamo rimasti diciassette ore con le mani in mano. Abbiamo operato in anestesia peridurale loco-regionale e dopo aver reciso, ricollegato e cauterizzato i dotti biliari principali, stavamo per incidere l’apparato genitale, solo che i due non si erano ancora messi d’accordo su chi dovesse tenersi il cazzo“, ha spiegato McEwan. “Dopo estenuanti ore di trattativa, sono arrivati a una risoluzione comune. In seguito a un referendum interno al reparto, il pisello è andato a Chong, quello che non era fan di Povia, ritenuto l’unico degno di riprodursi”.

L’intervento è stato salutato come un “traguardo storico” per la medicina italiana che di questo passo, un giorno, forse riuscirà a togliere un’appendice senza mandare in coma un ragazzino di 12 anni o a correggere la miopia senza far venire un cancro al ginocchio.

Il professor McEwan e la sua équipe stanno ora studiando la possibilità di compiere altri eccezionali interventi, come per esempio quello che permetterà di dividere la mamma italiana dal proprio figlio maschio quarantenne, in modo da renderli esseri umani indipendenti: “ma su questo fronte la scienza, attualmente, è ancora impotente”. Staremo a vedere.

Stefano Pisani